Wednesday 18 January 2017

The kids are alright

In effetti sono mesi che non scrivo nulla. Mi fa piacere che qualcuno mi abbia chiesto se mi si fosse seccata la penna. Un po' devo ammettere che è così. La verità è che non ho molto da raccontare. La vita quotidiana prosegue nella più totale delle routine, della serie i figli crescono e noi si invecchia, che, per quanto mi riguarda, va più che bene. Sui fatti di cronaca e politica mondiale, poi, ho esaurito gli argomenti litigando con amici e gente a caso sui social network.
I temi trattati sono stati: Trump, il referendum costituzionale - che mi ha tenuta impegnata per una settimana buona -, se gli italiani all'estero debbano o no avere diritto al voto, Trump, se il Brexit s'ha da fare, ancora Trump, l'olio di palma, i vaccini, se la vittoria del no sia o non sia paragonabile al Brexit, se valesse o meno la pena di andare a guardare Doctor Strange, se Renzi sia stato buono o cattivo, Trump.
A parte questo chiacchiericcio, gli unici fatti rilevanti, nel bene e nel male, degli ultimi due mesi, sono state le vacanze di Natale fra immersioni e amici italiani in visita e il furto delle nostre biciclette. Ah, e mi hanno promosso a faculty member. E sono riuscita a mettere in piedi una collaborazione con l'Italia che spero dia la scusa di tornare a casa senza dover prendere ferie.
La verità è che sono stata circondata da mille uccelli paduli (che, per i non toscani, sono quelli che volano all'altezza del c@@@), e molte di queste beghe sono ancora allegramente irrisolte. Il furto della bici è solo l'ultimo della lista. Nessuna è una fantozzata esilarante, quindi non vale la pena di dilungarsi.
Ma insomma, nel mentre, è iniziato il 2017, nonostante il mio lurkare.
Sono preoccupata per la nuova amministrazione USA, per il mondo che sembra impazzire e voler tornare indietro di 50 anni, per i soldi che spariscono dal conto nella forma di bici rubate e affitti non pagati. Questi sentimenti sono preponderanti, da cui la penna seccata. Ma ovviamente la maggior parte delle cose vanno bene, e ci sono cose che mi rendono molto contenta.
Per esempio sono contenta per la scuola della B per quello che sta imparando e come lo sta imparando, per le sue opere d'arte fatte di materiale di riciclo, per la sua sensibilità verso l'ambiente e avversione agli sprechi, perché a thanksgiving ha detto che era grata per i suoi genitori e suo fratello e per tutti i libri che aveva che adesso poteva leggere da sola.  La mia ossessiva compulsiva mania per la raccolta differenziata, unita alla regola ferrea dei compleanni "no gift" e ai costumi improvvisati a richiesta con quello che c'è in casa, sta chiaramente sortendo qualche risultato. Probabilmente le ricacherò tutte fra qualche anno, quando una figlia shopaholic mi ruberà la carta di credito la notte.
Sono molto contenta per il carattere di quel matterello di F, che nonostante pensi di essere un leone per la maggior parte del tempo e, quando non lo pensa, si trasformi in una cavalletta indemoniata che si lancia da altezze decisamente non consone, sembra essere dolce, sensibile e socievole, nonché incazzoso peggio di su ma. Praticamente bipolare.
Sono contenta anche per il resto della gente che mi circonda, più o meno da lontano, c he fanno il suo a farmi sentire meno "da sola contro il mondo", sentimento in cui sguazzo volentieri da tutta la vita.
Per ora è tutto, ma mentre scrivevo questo post a caso, mi sono venuti in mente un paio di argomenti, forse lievemente più interessanti, che spero riuscirò a mettere nero su bianco prima del prossimo Natale. E a proposito di cose a caso, BlogSpirit ha cancellato il mio vecchio blog (Storie a Caso, n.d.r.), di cui per fortuna ho un back-up, che forse un giorno diventerà un libro. Chissà

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